Come può un giornalista pubblicista uscire dai confini della sua attività preminente e dare alle stampe altro che non siano le solite notizie?
Come può tradire la condizione asettica della sua principale attività e restare comunque un pubblicista letto, cercato, apprezzato?
La sfida è sottile e avvincente: si gioca con la brevità,
con la capacità di fotografare con un lampo situazioni, contesti,
relazioni umane; e si gioca poi con le parole, rivestendole, sempre
brevemente, come la cronaca vuole, solo di una veste leggera, fatta
di pensieri, interpretazioni, prospettive e sguardi che sono spesso
nuovi, inattesi, frutto dell'elaborazione della notizia e dell'informazione
puntuali che si impastano con la riflessione.
L'avventura letteraria di Lucia Bellassai è tutta contenuta
in questa sfida: fortemente connotata proprio dal gioco della brevità impastata
a quell'introspezione cospicuamente alimentata dalle sue radici che
affondano in Calabria e in Sicilia.
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